Blog

Appuntamento per Domenica 8 Novembre per un’escursione alla scoperta del Parco Marturanum

Sono molte le bellezze paesaggistiche e storiche che rendono la Tuscia Viterbese una delle aree più interessanti non solo della regione Lazio ma di tutta Italia. Qui sorgono borghi spettacolari come Viterbo, giardini tra i più belli d’Italia come quello di Villa Lante, senza dimenticare il parco dei Mostri di Bomarzo e i castelli, memoria scenografica del potere delle famiglie che si sono susseguite nel dominio della zona, primi fra tutti i Farnese.
C’è però un luogo che racchiude al meglio la ricchezza naturalistica della Tuscia e la sua storia più antica e si tratta del Parco Marturanum che l’8 novembre organizza una’escursione alla scoperta di questa area, tra vegetazione e necropoli etrusche come quella di San Giuliano: quest’ultima è difatti considerata una delle massime testimonianze dell’arte funeraria degli etruschi e delle loro cerimonie divinatorie.

Escursione nel Parco Marturanum

Il Parco Marturanum rientra in quello che viene comunemente chiamato come Quadrilatero Etrusco, comprensivo di località quali Vetralla, Norchia, Blera, Luni e Barbarano Romano dalla cui Piazza Diaz parte l’escursione dell’8 novembre.
Il Parco Marturanum è stato istituito nel 1984 e sorge in pieno territorio comunale di Barbarano Romano: si trova precisamente tra i Monti della Tolfa e le alture circostanti il Lago di Vico, nato in seguito a una eruzione vulcanica all’incirca nel Pleistocene.
Il territorio del parco si presenta sostanzialmente incontaminato e selvaggio, con una varietà incredibile di specie vegetali (si contano all’incirca 960 specie di piante e alberi) e qualche orma appratente a fuggitivi animali come istrici, tassi, gatti selvatici e puzzole. La presenza umana è oggi assente e le uniche tracce sono legate a epoche antiche legate agli etruschi, ai romani (come dimostrano le vestigia di un bagno romano) e poi al medioevo con il diroccato borgo di San Giuliano sito su un’altura tufacea nel cuore del Parco Marturanum.
L’area, che non supera altezze superiori a 550mt, si suddivide in due parti dal punto di vista paesaggistico: da una parte ci sono le colline ricoperte da fitti boschi e alla base i pascoli; l’altra zona è invece quella forse più scenografica con tanto di valli fluviali scavate nel corso dei secoli dal fiume Biedano e i suoi affluenti. Proprio un’escursione presso i corsi d’acqua del Parco permettono ai visitatori di avvistare una specie assai particolare di anfibio, ovvero l’Ululone dal ventre giallo, una ranocchia tanto piccola da stare nel palmo di una mano.

Alla scoperta della flora e della fauna del Parco

Un’escursione, lungo uno dei sentieri appositamente predisposti dall’ente parco, permette di conoscere prima di tutto la flora e la fauna del posto.
L’area chiamata Quarto è composta da colline costituite da una particolare roccia sedimentaria argillosa nota come Flysch: qui ci si aggira tra cerri, roverelle e, nella parte inferiore, si possono incontrare anche aceri campestri e aceri minori. Passando presso i ristagni d’acqua si notano invece frassini e olmi.
La zona dei Valloni è quella certamente più spettacolare e selvaggia, con le fragorose acque del fiume Biedano e dei suoi affluenti che hanno creato dei solchi nel terreno chiamate forre. Tutto intorno è un tripudio di boschetti di ontani, noccioli, salici bianchi e pioppi neri, mentre sulle pareti delle forre si abbarbicano fichi e lecci.
Gli amanti degli animali dovranno fare molta attenzione perché nell’area dei Valloni potranno scorgere le salamandre dagli occhiali, abbastanza timidi in pieno giorno, e le lontre anche se queste sono ormai una rarità nel Parco.
Chi invece è appassionato di birdwatching potrà accostarsi nel posto a lui più congeniale e aspettare di avvistare sparvieri, ghiandaie marine, averle piccole, nibbio reale e il falco pecchiaiolo.

La Necropoli etrusca di San Giuliano

I reperti più antichi legati alla presenza umana all’interno del Parco Marturanum risalgono all’era neolitica ma quelli più importanti appartengono alla civiltà etrusca con tombe e tracce di viabilità, senza contare la presenza dei resti del Ponte Piro romano.
La Necropoli di San Giuliano è una vera meraviglia per gli appassionati di storia antica: gli archeologi la considerano una delle più interessanti aree sepolcrali etrusche e sorge sul fianco di una rupe tufacea. Ciò che rende così speciale la Necropoli di San Giuliano, risalente all’incirca al VII a.C., è la presenza di tumuli di varie tipologie, da quelli a fossa dell’età del ferro a quelle a pozzo fino alle tombe a dado di stampo tipicamente ellenistico.
Nonostante si tratti nella maggior parte di casi di sepolcri nella maggior parte lambiti dalla vegetazione, si rivela molto emozionante aggirarsi tra queste tombe, immaginando all’interno lo svolgersi di ancestrali riti funebri.
Si incontrano dunque il Tumulo del Caiolo, la Tomba Cuccumella, la Tomba dei Carri visibile solamente dall’esterno e la Tomba dei Letti, certamente una delle meglio conservate: armati di torcia, ci si addentra nel vestibolo e da questo fino alla camera funeraria con i due talami in pietra e il soffitto scolpito nel tufo a travi, a ricordare lo stile delle case etrusche dell’epoca.
Le Tombe Palazzine si riconoscono perché ricordano molto i sepolcri moderni, con le aperture delle camere tutte allineate tra loro. Assai più monumentale è invece la Tomba della Regina la cui facciata sfiora i 10mt: pare che raggiungendo una delle camere interne alla tomba ed emettendo un suono, questo rimbombi in tutto il Vallone come se fosse un’eco, effetto questo legato probabilmente agli innumerevoli cunicoli che attraversano l’area.
C’è infine la Tomba del Cervo, famosa per il bassorilievo dove si riconosce una scena di lotta tra un lupo e un cervo: questa immagine è diventata oggi il simbolo non solo della necropoli ma dell’intero Parco Marturanum.

Dal borgo di San Giuliano a Barbarano Romano fino a Viterbo

Prima di lasciare il Parco Marturanum non si può non raggiungere la rocca tufacea in cima alla quale sorgono i resti dell’antico borgo di San Giuliano e l’adiacente belvedere con vista spettacolare su tutto il Vallone.
Il borgo è fortificato con massi dalle dimensioni enormi risalenti all’età etrusca e il monumento simbolo è la Chiesa di San Giuliano: il porticato, con il manto erboso al posto del pavimento, presenta delle colonne di epoca romana, mentre gli interni rivelano ancora preziosi affreschi, seppure ormai sbiaditi dallo scorrere del tempo. È poi davvero graziosa la piccola torretta campanaria, affiancata a un edificio che presumibilmente doveva ospitare i religiosi dell’epoca.
Dopo l’escursione presso il Parco Marturanum, non c’è niente di meglio che raggiungere la vicina cittadina di Barbarano Romano e dedicarsi a un ghiotto pranzo a base di prodotti tipici del luogo come le lumache e i pizzicotti, una specie di gnocco fatto di pasta lievitata.
Barbarano Romano, anticamente chiamata Marturano prima che il re longobardo Desiderio ne mutasse il nome, è un borgo cinto da tre cerchi di mura dal pittoresco centro storico ricco di edifici religiosi. Tra questi meritano una visita la Chiesa di Santa Maria del Piano del XIII secolo, custode di preziosi affreschi, e la Chiesa del Crocifisso risalente al periodo tra il XII e il XIII secolo, all’interno della quale si trova uno splendido crocifisso del XVI secolo.
Barbarano Romano ospita, nelle sale del Complesso di Sant’Angelo, il Museo Archeologico delle Necropoli Rupestri di Barbarano, ricco di reperti rinvenuti nell’area archeologica del Parco Marturanum.
C’è poi Viterbo, sita ad appena 28km dal Parco e meritevole senz’altro di visita visto che ha il centro storico in stile medioevale più grande di tutta Europa: ed è davvero emozionante aggirarsi tra i profferli e le case ponte del quartiere San Pellegrino oppure vistare il Palazzo dei Papi duecentesco con la simbolica Loggia delle Benedizioni dalla quale si affacciavano i pontefici appena usciti dalla Sala del Conclave.

Per questo evento pernotta nel nostro agriturismo 

Open chat
Customer Support