Dai laghi della Tuscia alle terme viterbesi
In passato per Tuscia si intendeva quel territorio esteso tra Umbria, Toscana e soprattutto Lazio dominato dagli etruschi: ancora oggi infatti sono molti i siti archeologici e i resti legati a questo popolo, in particolare nelle città di Tarquinia e Tuscania.
La Tuscia è una terra invero spettacolare, dove si alternano foreste e laghi vulcanici, sorgenti termali e catene montuose come i Monti Volsini e Cimini, senza dimenticare i borghi medioevali dove le atmosfere riportano in tempi ormai lontani. Un itinerario tra le bellezze della Tuscia porterà il visitatore tra una natura sorprendente e una storia millenaria, per un viaggio davvero indimenticabile.
Alla scoperta dei laghi della Tuscia
La maggior parte degli specchi lacustri della Tuscia ha origine vulcanica e il più grande di tutti è il Lago di Bracciano, nelle cui acque si specchiano i Monti Sibillini. È la meta preferita degli amanti della pesca, alla ricerca delle richiestissime anguille, e delle escursioni nel cuore del Parco Naturale di Bracciano-Martignano o tra i borghi che si affacciano sul lago. Tra questi c’è Bracciano con il suo rinascimentale Castello Orsini Odescalchi, la cui mole con tanto di cinque splendide torri domina il lago sin dal XV secolo quando fu costruito per volere di Napoleone Orsini.
Anch’esso di origine vulcanica ma ben più piccolo è il Lago di Mezzano, nato all’incirca 400.000 anni fa: le sue sponde sono state abitate sin dall’epoca preistorica visti i ritrovamenti ceramici nel fondo del lago e i resti di palafitte di un villaggio presumibilmente risalente ad almeno al terzo millennio a.C.. Si pensi che proprio nei pressi del Lago di Mezzano è stata rinvenuta quella che è considerata una delle più antiche spade al mondo.
Il più grande lago vulcanico d’Europa si trova proprio nella Tuscia e si tratta del Lago di Bolsena: anche queste acque lacustri sono popolate di anguille e proprio le specie del lago di Bolsena, molto amate dai Papi, sono ricordate persino nel XXIV Canto del Purgatorio di Dante Alighieri. Molti popoli hanno abitato le sponde del lago, dai villanoviani agli etruschi fino ai romani: chiunque voglia conoscere di più di questi insediamenti potrà raggiungere il “Museo del Territorio del Lago di Bolsena” all’interno della bella Rocca Monaldeschi della Cervara nel pittoresco borgo di Bolsena, il cui centro storico dai tratti medioevali e rinascimentale è un vero gioiello.
Il Lago di Vico si contraddistingue per essere una vera e propria oasi naturale. La leggenda narra sia nato da un colpo di clava da parte di Ercole, ma in realtà è un lago di origine vulcanica formatosi circa 100.000 anni fa. Attorno a questo lago a forma di mezzaluna si alternano paludi e specie arboree come noccioli, castagni, faggi e aceri, da esplorare percorrendo sentieri a piedi, in bici oppure a cavallo. La zona è poi habitat di lontre, volpi e in particolare di ghiri, donnole e uccelli migratori, rendendo il Lago di Vico perfetto per gli amanti del birdwayching. Non lontano dal lago è possibile visitare il Parco Archeologico di Sutri, con tanto di necropoli scavata nel tufo, Mitreo e Anfiteatro romano.
Un tour tra i borghi più belli della Tuscia
Viterbo è senza dubbio una delle più belle cittadine non solo della Tuscia ma di tutta Italia, oltre ad essere il luogo dove ogni settembre va in scena la monumentale Macchina di Santa Rosa, considerata Patrimonio Immateriale dell’UNESCO. La città che dal 1255 al 1266 ha ospitato la sede pontificia come dimostra la presenza del Palazzo dei Papi, ha un centro storico, in particolare il quartiere San Pellegrino, dove il tempo sembra essersi fermato tra profferli, passaggi coperti e case ponte. A pochi km da Viterbo sorge il Parco dei Mostri di Bomarzo, meta imperdibile se si visita la Tuscia con bambini: questo parco è stato realizzato da Pirro Ligorio per volere Pierfrancesco II Orsini e rappresenta una sorta di percorso per raggiungere la salvezza dell’anima. Si incontrano statue mitologiche scolpite nella pietra, tra le quali il Mascherone, considerato da molti come la Porta degli Inferi.
Ci sono poi cittadine che si identificano con il loro passato etrusco come Tuscania e soprattutto Tarquinia che, secondo la leggenda, pare sia stata fondata proprio dal tiranno Tarconte. Presso il “Museo Archeologico Nazionale”, sito all’interno del quattrocentesco Palazzo Vitelleschi, è custodita una delle più grandi collezioni etrusche, compreso lo splendido rilievo dei Cavalli Alati proveniente al sito Ara della Regina. Nella vicina Necropoli di Monterozzi poi è possibile visitare decine di tombe a tumulo finemente affrescate, dando vita a uno dei maggiori cicli pittorici etruschi della storia, con immagini di giocolieri, danzatori e suonatori.
A due passai da Tarquinia poi è possibile visitare la Riserva Naturale delle Saline che si estende per più di 150 ettari fino alla costa: quella che un tempo riforniva Roma di sale, è oggi una oasi protetta frequentata tra gli altri dall’Airone Cinerino, dal fenicottero rosa e dal Gabbiano Corallino. Il periodo maggiormente consigliato per visitare la riserva è in primavera e in autunno.
Le cittadine di Civita di Bagnoregio, Vitorchiano e Caprarola
Un fascino assolutamente particolare è quello che ammanta Civita di Bagnoregio: sita su una rupe tufacea a 443mt di altezza, sembra quasi sospesa nel cielo, nel cuore della Valle dei Calanchi. La “città che muore” è esposta alla costante erosione dell’acqua che la pone sempre davanti al rischio di scomparire per sempre. Civita di Bagnoregio sembra quasi abbandonata, anche se in realtà è abitata seppur da solo una decina di persone. Proprio per questo il suo fascino e la sua bellezza sono intatte. Il borgo tardo medioevale, tra portali in peperino, profferli e case coperte di edera, è rimasto incorrotto dallo trascorrere del tempo. Si guardi ad esempio Piazza San Donato, sterrata come era nel ‘400 e sede ogni anno, a giugno, del Palio della Tonna dove i fantini si sfidano in corse a perdifiato in groppa ai loro asinelli.
Anche Vitorchiano è un borgo costruito su un promontorio di tufo alle falde dei Monti Cimini e da lontano le case sembrano proprio inglobate nella roccia. Vitorchiano racchiude tra mura duecentesche stradine lastricate sospese nel tempo sulle quali si affacciano la Chiesa di Santa Maria Assunta del XIII secolo, dal caratteristico timpano triangolare su una sobria facciata, e la Chiesa di Sant’Amanzio del XIV secolo dove sono custodite le spoglie del santo a cui l’edificio è dedicato.
Ad appena 25km da Vitorchiano sorge poi Caprarola, borgo dominato dallo splendido Palazzo Farnese, la cui forma pentagonale pare abbia ispirato la costruzione del Pentagono. All’interno non si può non rimanere stupiti dalla bellezza della Scala Regia sorretta da colonne doriche e dai saloni affrescati dal Vignola e da Antonio da Varese: quest’ultimo in particolare ha dipinto la Sala del Mappamondo dove è rappresentato il mondo conosciuto ai tempi della famiglia Farnese. Non si dimentichi poi che Caprarola è la città regina delle nocciole e ogni anno, per omaggiare questo gustoso frutto di alta qualità, a fine agosto si svolge la Sagra delle Nocciole, un’occasione unica per scoprire il patrimonio storico e gastronomico della Tuscia.
Le terme della Tuscia
La Tuscia deve alle numerose sorgenti termali presenti sul territorio la prima forma di turismo: sfruttate anche dagli etruschi per le loro proprietà curative, furono però i romani ad erigere i primi stabilimenti termali. Accanto a molte delle terme della Tuscia infatti non è difficile rinvenire i resti di antiche domus romane.
Oltre alle Terme dei Papi, apprezzate anche da Michelangelo e Dante Alighieri, vi sono altri stabilimenti come le Terme del Bagnaccio, site ad appena 8km da Viterbo e lungo la storica Via Francigena. Note ai romani come Acquae Passeris, comprende sorgenti ipertermali che scorrono a temperature che sfiorano i 66° e sorgenti ipotermali a circa 29°: le acque di queste terme apportano benefici alle articolazioni, alla pelle e all’apparato respiratorio.
Le Terme delle Masse di San Sisto sorgono sulla Via Cassia, in località Paliano e, grazie alla presenza di vasche termali ricolme una di acqua calda e l’altra fresca, è possibile beneficiare del tipico salto termico favorendo così la circolazione sanguigna. Lo stabilimento comprende anche servizi igienici, cabine e un prato che invoglia pic-nic in famiglia o tra amici.
Ad appena 2km da Viterbo, sorgono quelle Terme del Bullicame citate dallo stesso Dante nel XIV Canto dell’Inferno, paragonandone i vapori sulfurei a quelli degli inferi: le acque qui sgorgano infatti a una temperatura che si aggira attorno ai 58°. Facendo il bagno nel laghetto vulcanico si può utilizzare il fango argilloso del fondo per fare uno scrub naturale sulla pelle.
Come quelle del Bullicame, anche le Terme delle Piscine Carletti sono fruibili gratuitamente: vantano ben dodici vasche dove le acque da calde via via diventano più fresche, proprio come avveniva nelle tipiche terme romane con gli ambienti del calidarum, tiepidarum e frigidarum. La particolarità di questo stabilimento è che si fregia di avere una delle temperature più alte non nella sorgente, bensì in vasca.
In termini di vapori, le Terme di Stigiano hanno poco da invidiare alle altre, viste le emissioni presenti nelle grotte naturali dove sgorga la calda acqua termale salso-iodico-sulfurea. Proprio tali ambienti sono sfruttati per curare malattie della pelle, l’artrosi e sopratutto i problemi all’apparato respiratorio. Alle Terme di Stiglianao non mancano vere e proprie coccole per gli ospiti che vanno ad esempio dai percorsi flebologici, i getti d’acqua per curare la cervicale, il nuoto controcorrente, la fango-terapia, la balneoterapia e la cromoterapia.
Un curioso aneddoto riguarda questo centro aperto da maggio a settembre e ci viene tramandato da Plinio il Vecchio: pare infatti che dopo la missione romana in Egitto nel I d.C., fu impedito ai centurioni di entrare nell’Urbe se non si fossero prima purificati nelle Thermae Stygianae, peraltro amate anche dall’imperatore Tiberio.